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Everglades National Park

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Le Everglades sono uno degli angoli più incredibili d’America, un luogo tenebroso nonostante sia invaso di luce quasi ogni giorno, un luogo fortemente inospitale dove l’uomo è ospite tollerato solo in alcune zone mentre la stragrande maggioranza della sua superficie, pari a circa l’intero Molise, non ha alcuna cognizione dell’essere umano. E non sente il bisogno di colmare la lacuna.

Informazioni utili:

L’Everglades National Park, e il limitrofo Byscaine National Park, occupano l’estremità più meridionale della Florida, formando una vasto ecosistema tropicale che non ha riscontro in nessun’altra zona degli Stati Uniti.

Il modo più comodo per visitarle è quello di utilizzare Miami quale base di appoggio e da qui spostarsi con l’automobile, di cui non è assolutamente possibile fare a meno. In ogni caso il tragitto per il parco è veramente breve.
“Caldamente “ sconsigliata una visita nei mesi estivi: la combinazione di temperature elevate, alta umidità , giganteschi insetti bellicosi assetati di sangue (consultate il celebre “mosquito meter”) e rischio uragani con giusto un paio di vie di fuga rende chiaramente l‘idea che altri periodi dell’anno siano più adatti alla visita. Non è un caso che il picco di turisti si riscontri nel periodo novembre-aprile, mesi in cui è necessario prenotare con congruo anticipo le poche strutture alloggiative disponibili.

Cosa Vedere:

Perché visitare questa sconfinata palude che si affaccia sul Golfo del Messico, caratterizzata da un intrico infinito di canali, acquitrini, canneti, foreste di mangrovie e acque torbide, a volte talmente stagnanti che l’odore di marcio è quasi insopportabile?
Perché attraversare le passerelle delle zone pedonali sapendo che è frequentissimo incontrare ogni genere di animale potenzialmente pericoloso, come si addice a ogni zona tropicale: ragni, scorpioni, serpenti, tartarughe carnivore, squali, barracuda e sopratutto loro, i temibili alligatori che dominano da sempre queste zone al punto che le case sono costruite su palafitte, che si riposano lungo la strada o nuotano sotto le barche segnalati solo dalle grandi bolle d’aria?
La risposta è semplice: proprio per avere accesso a un santuario naturale dove il silenzio regna sovrano. Prese le necessarie, basiche precauzioni la visita si svolgerà senza intoppi perché i percorsi ammessi sono ben evidenziati e mantenuti sgombri: paradossalmente altri parchi americani mietono annualmente più vittime, sopratutto a causa dell’eccesso di confidenza nei confronti di animali ritenuti a torto mansueti come i bisonti. Alle Everglades nessun animale vi ispira confidenza se non gli splendidi e sfuggevoli lamantini e i tranquilli pellicani, fra i principali rappresentanti delle tantissime specie di uccelli stanziali e migratori che albergano nel parco in gran quantità…..per cui il problema non si pone!
E’ proprio vero che non esiste altro parco americano che possa vantare lo stesso livello di biodiversità delle Everglades.
Gli accessi al parco sono di conseguenza pochi, proprio perché la maggior parte della zona è virtualmente inaccessibile.
Da Miami si raggiunge facilmente il Flamingo Visitor Center, quello più vicino. Basta imboccare la Florida 9936 verso sud dalla zona meridionale di Miami e dopo poche miglia si raggiunge Ernest F. Coe Visitor Center and Headquarter, che segna l’inizio della zona protetta. Da qui si imbocca l’unica strada che porta direttamente al Flamingo, posto sul Golfo del Messico. Lungo la strada, che va percorsa lentamente allo scopo di evitare rovinosi incidenti con la fauna, sono disponibili scivoli per le barche e sopratutto tante zone pedonali con passerelle rialzate di legno che consentono di addentrarsi nelle zone più interessanti del parco per osservare più da vicino l’incredibile fauna e la scintillante flora del posto, il tutto in totale sicurezza.
Altrimenti si può percorrere la US-41 nella sua interezza, attraversando da est a ovest l’intera Florida, e arrivare infine a Everglades City. Lungo la strada è un must fermarsi allo Shark Valley Visitor Center e prendere il bus che consente di raggiungere una torre di osservazione sopraelevata, per godere della vista mozzafiato che le Everglades offrono. Altrettanto interessante risulta la sosta alla Tamiami Ranger Station da dove si può percorrere il Three Snail Hammock Nature Trail per un’esperienza più diretta.
Sempre lungo la US-41 troverete svariati insediamenti di indiani Seminole che offrono manufatti locali, gite in barca e soprattutto la specialità gastronomica della zona…..la coda di alligatore, ovviamente!! Dopotutto gli antichi dovevano vivere di quello che la natura offre in abbondanza, e gli alligatori qua sono davvero abbondanti!! Chi l’ha provata non ne è rimasto entusiasta.
A Everglades City, piccolo insediamento all’interno del parco, si va per mangiare e per godersi un tour in barca nella zona delle mangrovie o verso il mare aperto: entrambi di grande interesse, il primo per avere un contatto diretto con zone altrimenti irraggiungibili a piedi nell’intrico di piante e radici dove la vita riesce comunque a farsi largo, il secondo per panorami mozzafiato del parco visti dalle acque cristalline del Golfo, un vero e proprio trionfo di colori vivaci.
Sono comunque disponibili altre soluzioni per gite in barca, prestabilii direttamente dalla pagina ufficiale del parco all’interno del sito del National Parks Service (NPS).
Chi invece vuole veramente un’esperienza profonda delle Everglades, chi vuole entrare in comunione spirituale con questo luogo che brulica di vita nonostante le sue condizioni estreme, può decidere di percorrere a remi i canali che collegano il Flamingo con Everglades City. Sono circa 160 miglia di solitudine, per le quali servono circa una settimana di canoa (non mi risulta siano ammesse barche a motore, e in ogni caso alcuni canali sono talmente stretti che credo solo le canoe ci possano passare). Le giornate si passano a pagaiare, la notte si dorme su apposite piattaforme galleggianti fatte in modo che nessun predatore possa salirvi sopra, e poste direttamente sopra l’acqua. Una intera settimana solo in compagnia dei propri pensieri, delle proprie paure, e di una natura che vi tollera ma non vi consente alcun margine di errore. Un’esperienza davvero forte, per le quali serve una prenotazione allo scopo di assicurare a tutti il “posto letto”.
Ma sono convinto che anche che visiterà le Everglades in maniera più “convenzionale” vi lascerà il cuore!

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