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Paw Hole-White Pocket-Cottonwood Cove


Giovedi' 11 Agosto



La mattina oggi inizia davvero presto, alle 6 siamo già sulla nostra Cherokee in viaggio da Kanab verso Page. Incontriamo dei lavori lungo la strada. Dobbiamo fermarci e aspettare che dalla corsia opposta passino tutti. La sosta dura poco, mentre commentiamo il fatto che sia un lavoraccio fare l’omino che fa passare le macchine è il turno della nostra corsia. C’è buio, abbiamo sonno, dobbiamo però fare attenzione a non oltrepassare il miglio 21 sulla HWY 89: si trova lì il luogo del ritrovo con la guida che ci porterà a visitare Paw Hole e subito dopo White Pocket.


Il sole comincia pigro a spuntare quando arriviamo a destinazione. Un casa/ristorante di legno sulla nostra destra.. ecco dovrebbe essere quello il Paria Outpost! Entriamo e ci accoglie Susan con fare gioviale ci fa accomodare mentre prepara dei panini.
Le diciamo che abbiamo prenotato per quella mattina il tour di paw hole e white poket, lei annuisce e ci dice che a momenti dovrebbe arrivare Josh. Infatti dopo breve arriva un polveroso GMC Sierra, con ruote adeguatamente sgonfie per la traversata sabbiosa che ci attende. Scende il simpatico Josh, capello lungo da indiano e grandi sorrisi: un folletto del deserto. Paghiamo la quota di 175 $ a testa (snack mattutino e pranzo inclusi) e chiediamo se è possibile seguirlo con la nostra auto fino al Wire Pass Trailhead di modo che finita l’escursione con lui abbiamo ancora la possibilità di andare a visitare uno slot canyon chiamato Wire Pass. Nessun problema, l’importante è mettere il cartellino di pagamento sul cruscotto dell’auto bene in vista. Per arrivare al Wire Pass bisogna avere un particolare permesso, da lì iniziano diversi percorsi tra i quali anche quello di The Wave che faremo nei prossimi giorni.

Tutto chiaro quindi, prendiamo l’auto e seguiamo la nostra guida. Dopo poche miglia la strada per arrivare al wire pass diventa sterrata, ed in alcuni punti sarebbe davvero impraticabilein caso di pioggia. Per fortuna oggi il tempo è dalla nostra, c’è un bel cielo terso e il suolo è molto asciutto. Seguiamo il polverone che alza Josh e dopo alcuni fossi arriviamo al Wire pass. Lì lasciamo la nostra fida Jeep, paghiamo la fee di 5$ per il wire pass e saliamo con la nostra guida. Sul GMC sembra di stare in un freezer, questi americani esagerano sempre con l’aria condizionata mannaggia! Però la guida capisce subito il nostro inizio di ibernamento e abbassa un po’.. cara grazia!Ci dirigiamo verso sud per circa 16 miglia, attraversiamo il confine ed entriamo in Arizona, fino all’imbocco di un’altra strada sterrata sulla sinistra.
Qui raggiungiamo il parcheggio del Lone Tree Reservoir trailhead, Jonh inserisce il 4wd e percorriamo un tratto veramente sabbioso e difficile di circa 2 miglia, fino ad arrivare a Paw hole.
Ci rendiamo conto che sarebbe stata un’assurdità procedere con la nostra macchina, qui la sabbia sta diventando davvero profonda, si balla come sulle giostre.. Josh ci guarda divertito e ride.. (“ehi, non sarà mica pazzo?”)
Ci fermiamo in un primo punto dove si vede in lontananza paw hole, è tutto bellissimo, abbiamo voglia di fotografare qualsiasi cosa, ma è tempo di proseguire. Pochi minuti e scendiamo nuovamente. Stavolta Paw Hole andiamo a vederla da vicino! Camminiamo e la sabbia ci abbraccia i piedi, incomincia anche a fare un po’ caldo, abbiamo però la nostra immancabile scorta di acqua. La guida ci
sgambetta davanti allegramente noi la seguiamo con un po’ meno enfasi.. ma sempre affascinati. Dopo una mezzora siamo sulle pietre coniche e arancioni di pawhole, ora camminare è più semplice. A volte precediamo Josh per fotografare tutti gli angoli più strani, a volte è lui che ce ne indica di nuovi. Ci fermiamo per un piccolo snack e ce la raccontiamo. Ripartiamo, facciamo in pratica il giro del gruppo roccioso fermandoci a guardare insetti, conformazioni delle rocce, erosioni, e anche una piccola impronta di dinosauro!
Torniamo alla macchina davvero entusiasti. Ora ci aspetta white poket! La tasca bianca. Chiamata così perché proprio nel centro di questa grande roccia bianca c’è un avvallamento che, quando piove, diventa una preziosa riserva di acqua. Ai tempi questo posto magico era contesissimo tra i cowboy che portavano ad abbeverare i cavalli e gli indiani.
Traversiamo una pianura di sterpaglie dove si vedono resti di ranch abbandonati e da alcune cisterne di acqua tutt’oggi funzionanti. Arriviamo a White Pocket, parcheggiamo nuovamente il GMC e ci ri-immergiamo nella sabbia per arrivare sulle pietre bianche. Qui il paesaggio è ancora più lunare, ci sembra di camminare su degli enormi panini, la forma di queste rocce è davvero molto particolare, buffa direi.
Ormai è quasi mezzogiorno e la luce, riflessa anche dalla pietra, è davvero molto forte. Tra un sorso e l’altro arriviamo alla famosa tasca, poi scendiamo e seguiamo josh dentro una grotta. Ci guardiamo basiti quando vediamo che lui incomincia a smuovere della sabbia in un angolo: che sta facendo? Con uno sguardo molto serio e con fare cerimonioso
ci porge delle punte di freccia indiane e dei cocci di terracotta. Wow! (“Allora non è pazzo!”). Il deserto custodisce questo tesoro, senza bisogno di barriere o protezioni, è bellissimo! ed è anche meraviglioso il rispetto che ha gente come la nostra guida che detiene il segreto e ce lo offre con così tanta delicatezza. Dopo che Josh ha riposto i ricordi nuovamente nella sabbia ci spiega che questa grotta era uno dei molti rifugi indiani. Ci guardiamo attorno ed in effetti è proprio una bella grotta. Da molte impronte e diversi “cadeau” naturali sulla sabbia ci rendiamo conto che anche gli animali la pensano così! A proposito ecco un lucertolone la sulla parete e.. (“ma che fa?”) con un piccolo rametto tra le dita incomincia a fare un cerchietto sulla sabbia e notiamo che attorno al cerchiolino c’è un buco.. continua a tracciare questa circonferenza due o tre volte poi ci guarda e ride.. (“Allora è pazzo!”). La situazione è divertente, lui ci spiega che esiste una specie di verme che vive proprio a fior di sabbia, lui sta simulando il passare di qualche piccola possibile preda. Infatti dopo poco il vermetto velocissimo entra in azione e smuove sbuffando un po’ di sabbia. In quel momento josh immerge le mani a coppetta dentro la sabbia, vuole farci vedere il piccolo predatore. Che a quanto pare è anche molto furbo. I tentativi della nostra guida sono stati parecchi ma di vermetti nemmeno l’ombra, solo sbuffi (e come dargli torto povera bestiola).
Josh, dopo i tentativi vani, decide che è ora di tornare, arrivati all’auto ci fermiamo sotto l’ombra di un albero, pranziamo e parliamo di noi. Un piccolo break è quello che ci vuole!
Torniamo sull’auto e ripartiamo per il wire pass. In un’oretta siamo indietro, salutiamo la nostra guida ringraziandola per la bella compagnia e, nonostante il risveglio mattutino e la fatica della camminata si stiano facendo sentire, decidiamo di sfruttare le due ore del pomeriggio rimaste per vedere il Wire Pass, lo slot in pratica che porta al Buckskin Gulch, lo slot descritto come il più lungo e profondo canyon americano.
Come consigliato dalla nostra guida seguiamo il letto del fiume e , già che ci siamo, buttiamo un’occhio per vedere la strada che si dovrà prendere per andare a the wave.
Dopo un po’ ecco che il letto del fiume si restringe e davanti a noi inizia lo slot canyon, molto basso all’inizio per poi diventare sempre più alto ed imponente. Bellissimo! Su alcune pareti ci sono anche delle incisioni rupestri. Continuiamo all'interno del Buckskin Gulch per un breve tratto, peccato che sia già quasi sera e ci tocca tornare indietro, dobbiamo ancora fare la strada sterrata di stamattina!
Si ritorna a Kanab!




Mg. parziali: 130 Mg. totali: 850
Mg. trail in giornata: 5 Mg. totali : 31


Treasure Trail Motel
150 West Center Street
Kanab  
Voto:7/10


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Foto South Coyote Buttes
Scheda e recensione South Coyote



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